Un ottimista, 80 giorni e il giro del mondo

Cosa fa cambiare un uomo? Phileas Fogg, gentleman inglese, preciso fino alla mania, ordinatissimo, abitudinario, gelido nella manifestazione dei sentimenti, giocatore di whist, lettore di quotidiani colti e frequentatore del Reform Club di Londra. Un’esistenza placida e monotona che sembra essere organizzata per non cambiare mai e invece cambierà, grazie a un viaggio, anzi a una scommessa, quella del giro del mondo in 80 giorni.

Il viaggio come fattore di cambiamento

In questo romanzo del 1872, l’autore Jules Verne sembra dirci che è proprio il viaggio il fattore che scatena il cambiamento. Phileas Fogg scommette buona parte del suo patrimonio, con un gruppo di colleghi del Reform Club, sull’incredibile idea di partire e ritornare a Londra, circumnavigando il globo, in 80 giorni.

Insieme al nuovo domestico, Jean Passepartout, molla esplosiva nelle peripezie romanzesche, Fogg attraverserà una parte d’Africa, d’Asia e d’America, per poi ritornare nella vecchia Europa. Il suo però non è un vero viaggiare, non si interessa ai luoghi e alle culture che incontra. Il suo obiettivo è vincere la scommessa, per non perdere il patrimonio. I veri viaggiatori sono Passepartout, Verne medesimo e anche il lettore che, con la fantasia che lo anima, segue le vicende della storia. Ma nonostante la sua aristocratica indifferenza, quei chilometri attraversati in tutta fretta lasceranno una traccia nel suo cuore. Quel giro del mondo in 80 giorni lo trasformerà, facendogli anche scoprire il sentimento dell’amore. Ma riuscirà il nostro eroe a ritornare a Londra in tempo e a vincere la sua scommessa?

Stile e personaggi de Il giro del mondo in 80 giorni

Capitoli brevi e ritmo sostenuto, coerente col susseguirsi di eventi che rallentano o accelerano la storia. Lo stile è ironico e quasi caricaturale, soprattutto per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi. Phileas Fogg, di primo acchito freddo e apatico, definito da Verne come «il prodotto delle scienze esatte» per la sua profonda fiducia nelle capacità dell’uomo, si rivela nel corso della vicenda un personaggio generoso e di buon cuore. Il maggiordomo ed ex circense, Passepartout, genuino ma confusionario, inizialmente restìo a un’avventura che appare tanto rocambolesca quanto impossibile, finisce non solo per abbracciare con entusiasmo e curiosità gli eventi, ma col diventare l’incarnazione dello spirito di avventura e di meraviglia, capovolgendo in farsa anche i momenti più drammatici. Ai due se ne aggiungono altri, come l’ispettore Fix, che riveste i panni dell’antagonista che cerca di ostacolare l’avanzamento del viaggio o l’affascinante Auda che fa breccia nel cuore del gentleman inglese.

Contesto storico del romanzo

Da uno sguardo globale emerge un quadro sociale stratificato, dove il protagonista è sì il motore della storia, ma attorno a lui gravitano altre figure, altrettanto importanti per la realizzazione del progetto. L’autore riesce a costruire un contesto storico sufficientemente chiaro da essere convincente e accattivante.

Il romanzo si colloca a metà strada tra un racconto di viaggio (tema caro a Jules Verne) e un omaggio alle scoperte tecnologiche del XIX secolo. Un’opera che, letta più di cent’anni dopo, regala lo stesso desiderio di esplorare e di partire, anche senza scommesse da vincere!

Roberta Cecchetto