Narrativa horror per ragazzi: facciamo un bel ripasso!

Quale migliore ricorrenza se non Halloween per dare una bella rinfrescata alle nostre conoscenze sulla narrativa horror per ragazzi. Cominciamo!

La paura: un sentimento dal doppio ruolo

La festa di Halloween ha una sua simbologia ben riconoscibile: fantasmi, mostri, streghe, non morti e creature spaventose rubano la scena e diventano protagonisti. In moltissimi libri e film horror è, infatti, la notte di Halloween il momento in cui accadono eventi inaspettati e terrificanti. La paura, in questa ricorrenza gioca un ruolo fondamentale. Infatti, maschere, vestiti e addobbi sono tutti realizzati con l’obiettivo di spaventare e far saltare dalla paura. Spesso nel quotidiano si considera questa emozione negativamente e la si relega a sgradevole stato interno che si preferirebbe non provare. Ma la paura può essere anche positiva: innanzitutto ci può far fuggire di fronte a un imminente pericolo. Inoltre, all’interno di libri e film potremmo andare addirittura a ricercarla. Perché in fondo, stando comodamente seduti e tranquilli nella nostra casa è un’amozione che, in termini di svago, non si disdegna. È infatti quello che proviamo quando ci approcciamo alla lettura di libri horror o alla visione di film paurosi.

I brividi nella narrativa horror per ragazzi? Sì, purché siano piccoli

Se è vero che il genere horror in letteratura ha una lunga storia, non si può dire lo stesso della narrativa horror per ragazzi, nata più recentemente. Di quest’ultima fu protagonista, a partire dall’inizio degli anni ’90, una serie di libri horror per ragazzi destinata ad avere un successo enorme. La serie in questione prendeva il nome di Piccoli brividi, una collana davvero ben congeniata e capace di conquistarsi un grandissimo seguito. Le storie, infatti, erano certamente intrise di colpi di scena e situazioni paurose ma evitando che quest’ultime venissero mai portate all’eccesso. Pur presenti mostri, fantasmi e luoghi di ambientazione tipici dei libri horror (foreste, case inquietanti o abbandonate, paludi) non si veniva mai a creare uno stato di vera angoscia. Insomma, i vari episodi venivano ben intervallati da situazioni umoristiche e conclusi con finali originali o del tutto inaspettati che invogliavano a leggerne altri.

La paura nei libri horror per ragazzi

La paura nei Piccoli brividi, quindi, veniva dosata al punto giusto: abbastanza per creare suspense e fiato sospeso, ma non troppa da inquietare realmente l’animo dei ragazzi. Insomma brividi sì, ma piccoli. Come abbiamo visto il ruolo della paura e il modo giusto di dosarla sono fattori importanti soprattutto quando si ha a che fare con i ragazzi. In tempi più recenti sono usciti due libri horror per ragazzi, in cui l’autore ne fa un uso davvero interessante. Infatti, in Ragazzi che paura! vol. 1 e Ragazzi che paura! vol.2, Martin Steel non impiega la paura solo come mezzo tipico del genere horror, ma anche come emozione che i ragazzi, attraverso i suoi libri, possono affrontare, talvolta ridendoci su. Attraverso questi libri, l’autore fa quindi ricoprire al genere horror non soltanto il suo consolidato ruolo di intrattenimento, ma anche una funzione educativa. In fondo esistono paure che ci devono far fuggire da una situazione di pericolo e altre che dobbiamo necessariamente imparare ad affrontare.

Flavia Palieri