Tyler Prize: il premio alla ricerca per l’ambiente

Curcio Ambiente

Il Tyler Prize: impariamo a conoscerlo

Il Tyler Prize è un premio internazionale rivolto a quegli studiosi che, con le loro ricerche, hanno prodotto risultati eccezionali nel contribuire a preservare l’ambiente.

Come è nato il “Nobel per l’ambiente”?

Attraverso questa premiazione viene riconosciuto l’impegno degli scienziati che dedicano il loro lavoro alla salvaguardia dell’ambiente, fornendo importanti evidenze scientifiche sulla necessità della sua tutela. Il merito di questi studiosi risiede non solo nei risultati raggiunti, ma anche nella sensibilizzazione che, attraverso tali risultati, viene generata rispetto all’urgente problema ambientale. Aumentare la consapevolezza generale, infatti, è un passo fondamentale per affrontare in modo unitario questa tematica. È la University of Southern California ad aver istituito la premiazione nel 1973 quando la crisi ambientale non era ancora così vividamente percepita come oggi. Infatti, proprio in quegli anni cominciava a maturare una maggiore consapevolezza della gravità delle azioni dell’uomo sulla natura. Così si arrivò nel 1972 allo svolgimento della prima Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente umano che si tenne a Stoccolma. Proprio dalla realizzazione di quanto importante fosse dare un contributo per affrontare il problema ambientale John and Alice Tyler indissero questo premio. Da ambientalisti quali erano ritenevano infatti prezioso riconoscere il lavoro di quegli scienziati che potevano dare un valido contributo alla lotta contro la crisi ambientale.

Tyler Prize for Environmental Achievement : chi sono i vincitori del 2020?

 I vincitori del Tyler Prize 2020 sono una biologa della conservazione, Gretchen C. Daily e un economista ambientale, Pavan Sukhdev. Queste due personalità hanno meritato il conferimento del premio grazie ai loro studi sul valore del capitale naturale. I due scienziati hanno infatti appurato come l’impatto distruttivo dell’uomo sull’ambiente causi danni economici tangibili e duraturi. Parlando di capitale naturale, infatti, si fa riferimento a qualcosa di finito, limitato che insomma non si può assumere come certo: bisogna capire che depredarlo vuol dire assumersi serie conseguenze e responsabilità. Grazie al loro lavoro, insomma, ora le più alte sfere decisionali sono consapevoli che decisioni insensate per l’ambiente hanno una ripercussione misurabile anche a livello economico. E questo può rappresentare davvero un freno rispetto a scelte di leader che non abbiano mai tenuto conto delle loro azioni sull’ambiente.

Flavia Palieri