Premio Curcio: le origini

Vi abbiamo a lungo parlato del nostro Premio Curcio per le Attività Creative, un’iniziativa rivolta ai più giovani, per incentivarli alla lettura, alla scrittura e al confronto, rivolto alle nuove generazioni con la volontà di valorizzare la creatività dei ragazzi, investendo sulla loro capacità di esprimersi attraverso la scrittura, le immagini e le forme artistiche multimediali, favorendo, al contempo, lo scambio interpersonale e il lavoro di gruppo.

Ma qual è la sua storia? Come è arrivato ad essere oggi, alla sua XIV Edizione, quello che ormai tutti conosciamo?

LE origini

Non tutti sanno che il Premio Curcio per le Attività Creative fu in realtà istituito, circa 90 anni fa, dallo stesso Armando Curcio, fondatore dell’omonima casa editrice, giornalista, grande intellettuale del Novecento e scrittore di numerose opere teatrali per Eduardo e Peppino de Filippo.

I primi passi

Già negli anni ’20, Armando dirige una rivista umoristica intitolata “Due soldi di novelle” e poco dopo, nel 1927, fonderà il sistema editoriale che, negli anni del regime, creerà una serie di opere dedicate alla divulgazione della cultura. Con grande anticipo, infatti, ebbe l’idea delle dispense enciclopediche a fascicoli che ampliavano il bacino dei potenziali lettori quando ancora in Italia si scriveva per un élite, ed edizioni economiche in volume che avvicinavano al libro i nuovi ceti di lavoratori.

Gli interessi teatrali e la collaborazione con i fratelli De Filippo

Tornando ai suoi interessi teatrali, Armando aveva già scritto, nel 1927 il suo primo lavoro teatrale “Lionello e l’amore”, portato sulle scene l’anno dopo. Successivamente, la conoscenza con i De Filippo e l’amicizia con Eduardo, coetaneo nato ad un solo giorno di distanza, produce, nel 1942, la nascita di una commedia a quattro mani intitolata “La fortuna con la effe maiuscola” che ancora oggi è continuamente riproposta con grande successo di pubblico.

Questa opera trova le sue più profonde origini in un “topos” della Commedia dell’Arte: la miseria, il dolore della povertà. Questo stesso argomento è stato al centro di un’altra fortunatissima commedia di Armando Curcio “A che servono questi quattrini?”, portata al successo dall’altro De Filippo, Peppino, non meno bravo del più noto fratello.

Tra le numerose opere teatrali scritte da Armando Curcio occorre ricordare anche “I casi sono due” e altri due importanti lavori teatrali: “Casanova farebbe così” e “Basta il succo di limone!”, redatti ancora a quattro mani con Peppino De Filippo.

LA SCRITTURA PER IL CINEMA

Armando Curcio collaborò anche con Luigi Comencini per la stesura della sceneggiatura di un fortunatissimo film, diretto dal famoso regista, intitolato “Proibito rubare”, girato nel 1948.

IL PREMIO CURCIO PER IL TEATRO E LA CULTURA

Non può stupire, quindi, come, a partire da questi forti interessi e dato il suo stesso impegno nella realizzazione di opere teatrali, Armando Curcio decise di istituire un Premio dedicato proprio alla scrittura teatrale: il Premio Curcio per il Teatro e la Cultura.
Ed è proprio da questa prestigiosa iniziative culturale, volta a valorizzare il talento e l’ingegno creativo, che ha preso le mosse il Premio Curcio per le Attività Ceative.