Povertà educativa: cos’è e come contrastarla

La povertà educativa rappresenta oggettivamente uno dei problemi più gravi della società contemporanea. Essa infatti sancisce un’irrimediabile frattura all’interno del corpo sociale, condizionando negativamente le prospettive di sviluppo complessivo di un paese.
Seppure capillarmente diffusa, questa tematica, ad oggi, non ha ancora raggiunto il grado di attenzione che, pure, meriterebbe data la sua gravità. Ma cosa si intende, nello specifico, per povertà educativa e quali conseguenze può comportare?


Che cosa si intende per povertà educativa?

La povertà educativa rappresenta oggettivamente uno dei problemi più gravi – seppur non adeguatamente trattati – della società contemporanea in quanto, questa odiosa diseguaglianza, sancisce un’irrimediabile frattura all’interno del corpo sociale. Questo, ovviamente, condizionando negativamente le prospettive di sviluppo complessivo, non permettendo la crescita dell’intero paese.

Proprio perché, ad oggi, purtroppo, questa tematica non è ancora arrivata a ricevere la giusta ed adeguata attenzione, risulta fondamentale che le politiche di promozione del capitale umano e del capitale sociale operino al fine di colmare il divario causato dalle diseguaglianze, specie se di questo genere.
È a partire da queste premesse, quindi, che bisogna affrontare il tema della povertà educativa, che non è solo povertà economica, ma impossibilità di accesso a beni, servizi e opportunità necessari alla crescita. Infatti, questo priva bambini e adolescenti della possibilità di apprendere e sperimentare, scoprendo le proprie capacità, sviluppando le proprie competenze, coltivando i propri talenti ed allargando le proprie aspirazioni.


Come contrastarla?

Nonostante questo delicato argomento non sia ancora così capillarmente diffuso nella coscienza collettiva, le azioni per contrastare la povertà educativa – fortunatamente – sono innumerevoli e, per la maggior parte, affidate sicuramente alla scuola, che è un elemento indispensabile nella promozione di progetti e iniziative tesi a colmare qualsiasi tipo di divario. Ma la scuola stessa, in questa delicata e necessaria operazione, non riesce a porsi come unica risolutrice di problematiche così intrinsecamente radicate, a più livelli, all’interno della società. Per questo risulta supportata da soggetti vocati a promuovere percorsi di inclusione sociale e di rafforzamento delle comunità.

La soluzione a questa delicata problematica, quindi, non sta soltanto nella scuola, ma in quella che, generalizzando, possiamo definire comunità educante: ovvero l’azione congiunta di scuola, famiglia, sport, servizi, associazioni, istituzioni, parrocchie ed altri luoghi e percorsi che favoriscono l’aggregazione, il confronto e il dialogo.

alcune azioni messe in campo

Per sperimentare una nuova modalità di intervento rispetto a questa problematica, è stato realizzato, ad esempio, il Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, che è destinato, come riportato nella presentazione del progetto «al sostegno di interventi sperimentali finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori». Le scelte strategiche attuate dal Fondo, sono definite da un apposito Comitato che rende attuabili gli interventi attraverso bandi di evidenza pubblica che prevedono un ruolo attivo di Enti del Terzo settore.

In questo processo, l’Associazione Armando Curcio ha l’obiettivo di porsi come uno spazio inclusivo che vada a promuovere lo sviluppo sociale, la diffusione culturale e la lotta all’analfabetismo. dell’associazione  attraverso lo svolgimento di attività diversificate, come corsi di formazione gratuita, concorsi letterari no profit, workshop, webinar e  incontri con gli autori.