Povertà educativa e culturale: i metodi e le direttive comuni

povertà e povertà educativa, il termine

Un termine che sicuramente si estende a molteplici elementi e non solo nel fattore economico.

Possiamo renderci conto dell’ampiezza di questo significato, ad esempio, dal modo in cui viene definito secondo l’Enciclopedia Treccani. La povertà è uno “stato di indigenza consistente in un livello di reddito troppo basso per permettere la soddisfazione di bisogni fondamentali in termini di mercato, nonché in una inadeguata disponibilità di beni e servizi di ordine sociale, politico e culturale.”

La strategia di Lisbona – Marzo 2000

Andremo ad analizzare il contesto europeo, nel suo sviluppo, nelle sue problematiche e nelle sue differenze.

Per avere un’idea che si adatti cronologicamente alla nostra comprensione sul tema, dovremmo necessariamente tornare negli anni 2000, dove a Lisbona fu approvato dai Capi di Stato e di Governo dei paesi membri dell’Unione Europea, un programma totalmente mirato ai temi economici e sociali per affrontare al meglio le sfide del processo di globalizzazione.

L’obiettivo principale fu quello di rendere l’Unione “la più competitiva e dinamica economia della conoscenza entro il 2010”, sulla base di circa 10 aree di riferimento diverse inerenti ai settori politici ed economici da modernizzare.

I cinque livelli di riferimento per un’efficace risposta alla strategia di Lisbona, per allinearsi con il rendimento medio europeo stabilito per ogni paese membro, prevedevano:

  • Far fronte all’abbandono scolastico prematuro
  • Diminuzione della disparità di genere dei titoli di studio
  • Completamento del ciclo di scuola secondaria superiore
  • Apprendimento permanente (partecipazione degli adulti in età lavorativa)

Grazie a uno scrupoloso monitoraggio, ogni anno viene presentato dalla Commissione il Rapporto di Primavera, al fine di esaminare i miglioramenti nel contesto comunitario.

Istruzione e formazione – Marzo 2002

Nel 2002, Il Consiglio Europeo di Barcellona invitò i paesi membri a un follow-up della strategia di Lisbona, per intraprendere ulteriori misure alla valorizzazione equa di diplomi e qualifiche lavorative. Nello stesso anno, il Consiglio dell’Unione Europea emanò a Copenhagen una dichiarazione volta a promuovere un maggior impegno sui temi dell’istruzione e sulla formazione professionale.

Obbligo di istruzione, Italia – Agosto 2007

Il livello dell’obbligo di istruzione in Italia viene regolamentato e innalzato, sulla base di quattro assi: Linguaggi, Matematico, Scientifico-Tecnologico e Storico-Sociale, affinché vengano delineate le conoscenze, le capacità, le abilità e le competenze.

Strategia Europa 2020

Nonostante i sacrifici comuni, gli obiettivi prefissati dalla Strategia di Lisbona non sono stati raggiunti totalmente, a seguito della pressione esercitata dall’inizio della crisi economica.

Per fronteggiare al meglio gli anni futuri, la Commissione Europea ha indetto la Strategia Europa 2020.

Gli aspetti caratteristici della nuova direttiva sono molto simili a quelli della Strategia di Lisbona, ma i punti cardine stabiliti sono collegati tra di loro ai fini di potenziare le necessità:

  • Crescita intelligente, attraverso lo sviluppo di un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione;
  • Crescita sostenibile, attraverso la promozione di un’economia a basse emissioni inquinanti, efficiente sotto il profilo dell’impiego delle risorse e competitiva;
  • Crescita inclusiva, attraverso la promozione di un’economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale.

La valutazione degli obiettivi raggiunti verrà esaminata sulla base dei cinque criteri da adottare in merito, sull’intero piano dell’Unione Europea. Ogni Stato membro dovrà assumere queste specifiche competenze, in funzione delle rispettive situazioni iniziali.

Gli obiettivi che si prefigge la Strategia Europa 2020 sono:

– Occupazione per il 75% delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni

– Innalzamento al 3% del PIL per i livelli d’investimento pubblico e privato, nella ricerca e lo sviluppo

– Riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 20% rispetto ai livelli del 1990 e portare al

20% la quota delle fonti di energia rinnovabili nel consumo finale di energia

– Il tasso di abbandono scolastico dovrà essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani

dovrà essere in possesso di una laurea o un diploma

– 20 milioni di persone in meno a rischio povertà

 

di Jasmine Racca