NOTRE-DAME DE PARIS: LA RECENSIONE

Il romanzo Notre-Dame de Paris viene pubblicato nel 1831 da un Victor Hugo neanche trentenne, per tentare di salvare la cattedrale dalla demolizione. Nel 2020 il romanzo viene riproposto dalla Armando Curcio editore in un riadattamento pensato per ragazzi tra gli 11 e 13 anni, con lo scopo di iniziare ad avvicinare i giovani alla narrativa straniera.

Notizie sulla trama di Notre-Dame de Paris

Il giorno dell’Epifania del 1482, a Parigi, il gobbo campanaro Quasimodo viene incoronato “Papa dei Folli” da una folla in delirio. Questa proclamazione risulta essere particolarmente sgradita a Claude Frollo, arcidiacono di Notre-Dame, che ordina a Quasimodo di rientrare immediatamente nella cattedrale. Qualcos’altro attira però l’attenzione del prelato: si tratta di Esmeralda, affascinante zingara che balla sul sagrato della chiesa insieme alla sua capretta. L’animo di Frollo è in fiamme, tanto che ordina al deforme campanaro di rapire la bella gitana. L’attentato viene sventato da Febo, capitano delle guardie, che porta in salvo la fanciulla. Stavolta è Esmeralda a dover fare i conti con Eros: la ragazza infatti si innamorerà perdutamente del bel soldato e questo amore sarà suo compagno per tutta la storia.

Le tematiche di Notre-Dame de Paris

Le tematiche affrontate nel romanzo sono molteplici e complesse. Primo tra tutti spicca il tema dell’amore. Tutti i protagonisti sono infatti innamorati, ma i loro sentimenti sono del tutto speculari. Da una parte troviamo Febo e Frollo, che sono animati, più che dal sentimento dell’amore, da un desiderio di possesso egoistico che riversano sulla sventurata gitana. Dall’altro lato abbiamo Esmeralda e Quasimodo: nel loro cuore trova posto un amore puro che non cederà mai neanche di fronte ad un ricatto, ma rimarrà sempre integro e innocente.

E sono proprio il campanaro e la gitana che ci portano direttamente all’altro tema fondamentale, cioè l’esclusione/inclusione del “diverso”. Esmeralda è una zingara e la sua gente, composta da finti mendicanti di giorno, si guadagna da vivere la notte, commettendo furti e ogni sorta di crimini. La ragazza invece si mantiene danzando e cantando per le strade di Parigi, rimanendo estranea al clima di violenza in cui vivono i suoi compagni. Ma questo non basta. Nel momento di difficoltà e bisogno la ragazza viene scacciata e presa a male parole dalla stessa folla che aveva ammirato il suo canto e la sua danza: non ha importanza se la giovane ha sempre vissuto onestamente della sua arte, è una zingara, una “diversa” e come tale va trattata.

La stessa cosa vale per Quasimodo. Egli è un giovane dall’infelice aspetto fisico: è gobbo, storpio, ha la testa tra le spalle, denti neri e affilati e gli occhi che si intravedono uno sotto un folto sopracciglio e l’altro quasi totalmente coperto da un’enorme verruca. È sempre vissuto all’interno di Notre Dame occupandosi delle campane, attività che l’ha reso sordo. La cattedrale è per lui il rifugio dal crudele mondo esterno, per il quale Quasimodo altro non è che un oggetto di scherno. Nessuno, nemmeno Frollo che l’ha cresciuto, è intenzionato a guardare al di là della deforme apparenza esteriore: il campanaro è un mostro all’esterno, di conseguenza deve esserlo necessariamente anche all’interno. L’unica che scoprirà cosa si nasconde davvero nell’animo di Quasimodo sarà proprio Esmeralda che, vincendo la ripugnanza iniziale, riuscirà a mettere a nudo la gentilezza e la nobiltà d’animo del campanaro.

La cattedrale di Notre-Dame

A fare da sfondo a tutte queste vicende c’è Notre-Dame, capolavoro dell’architettura gotica e chiesa dal notevole contenuto artistico. La cattedrale è il simbolo di un’epoca, quella medievale: Notre-Dame è costellata di bassorilievi e gargolle, il tutto per tentare di insegnare al popolo analfabeta almeno i fondamenti dei concetti religiosi. Il cambiamento è però nell’aria. Infatti, era stata da poco inventata la stampa, appena nel 1455, e il mutamento è palpabile nelle parole di Frollo, nelle quali traspare la paura che il libro riesca a distruggere la pietra. La cattedrale, imponente e maestosa, è la vera grande protagonista del romanzo. Per quanto gli uomini l’abbiano deturpata e rovinata, Notre-Dame rimarrà al suo posto nella città vecchia di Parigi e guarderà sorniona l’affaccendarsi umano tendente a una egoistica quanto utopistica felicità.

Stile dell’opera

Per quanto riguarda lo stile, Hugo usa una modalità di scrittura accurata ed elegante, le digressioni descrittive ci regalano una foto precisa della Parigi di fine ‘400, i numerosi excursus filosofici ci mostrano un autore che, per quanto giovane, ha già maturato ampie conoscenze. Il riadattamento proposto dalla casa editrice Armando Curcio non elimina la storia e la filosofia dal romanzo ma, con un linguaggio più conciso e diretto, le riadatta per un pubblico di giovani che, molto probabilmente, si avvicinano per la prima volta al grande capolavoro. La stessa cosa accade per la caratterizzazione dei personaggi: rispetto all’originale, il riadattamento non fa perdere i tratti distintivi dei protagonisti, ma la complessità viene smorzata da un lessico più semplice, perfettamente adatto al pubblico cui si rivolge. Anche la struttura del libro viene semplificata. Il romanzo originale viene diviso in otto libri, mentre il riadattamento consta di tre parti, la prima arriva al momento in cui Quasimodo viene condannato alla gogna, la seconda fino al salvataggio di Esmeralda da parte del campanaro e la terza fino all’epilogo.

Intenso, coinvolgente e denso di significato il capolavoro di Hugo, nella sua forma riadattata, è assolutamente consigliato a giovani che intendono approcciarsi al romanzo. Scopriranno un mondo completo e affascinante dal quale staccarsi sarà molto difficile.

V. Hugo, Notre Dame de Paris, adattamento di Benelli, Armando Curcio editore, collana Narrativa per ragazzi, 2020, 124 pagine

 

Benedetta Muccioli