I diritti umani: proteggerli è un dovere

Ogni 10 dicembre si celebra la Giornata mondiale dei diritti umani in memoria del giorno in cui venne proclamata la Dichiarazione universale dei diritti umani, nel 1948.

La storia dell’impegno per i diritti

La Giornata mondiale dei diritti umani è stata istituita ufficialmente dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 4 dicembre del 1950. La stipula di una dichiarazione dei diritti umani si può considerare una tappa fondamentale di un percorso che è ancora lungo e complesso e che ha una lunga storia alle spalle. Infatti, singoli individui, movimenti, classi sociali o gruppi di persone, riuniti in un unico scopo, si sono impegnati in maniera diversa nel corso del tempo affinché i loro diritti venissero riconosciuti e tutelati. Il femminismo, è un esempio: rappresenta infatti, un movimento, ma anche un modo di pensare che ha alla base il senso e il riconoscimento dei diritti, dell’uguaglianza e della libertà. Tuttavia, ancora oggi emerge chiaramente quanto la strada percorsa dalle donne e segnata dal loro impegno sia lunga, tortuosa e piena di ostacoli.

La storia dell’impegno per i diritti è quindi antica e tutt’ora in corso ma, sicuramente, dopo la Seconda guerra mondiale, è stata forte l’esigenza di dare una forma scritta a questo impegno e renderlo universale, tramite una dichiarazione che coinvolgesse per la prima volta tutto il mondo.

Perché tutelare i diritti umani è un dovere

La storia dell’umanità è stata, purtroppo, ampiamente caratterizzata da episodi e lunghi periodi di prevaricazione da parte di individui o gruppi di individui su altri. La Seconda guerra mondiale ha spaventosamente e drammaticamente mostrato cosa gli individui siano in grado di fare ad altre persone e di quali orrendi crimini possano macchiarsi. È stato quindi fondamentale, dopo la fine della guerra, redigere un documento che riconoscesse e attestasse i diritti di ogni individuo nel mondo. Ovviamente, proprio perché il percorso per arrivare a questo documento è antico e caratterizzato da tappe raggiunte nei secoli precedenti al ventesimo, la dichiarazione racchiude dei principi che vengono dalla Rivoluzione francese o, andando ancora più indietro, dalla Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti. Continuare a parlare di diritti e impegnarsi affinché vengano protetti è un dovere: solo in questo modo si può garantire il benessere dei singoli individui e delle popolazioni. Gli esseri umani sono fatti per vivere in comunità, ma possono vivere serenamente e dignitosamente con gli altri solo in società nelle quali i diritti politici, economici e civili siano riconosciuti e tutelati.

Come parlare di diritti nei libri per ragazzi e ragazze? L’esempio di Fratelli di Chiara Lossani

Il paragrafo precedente ha evidenziato quanto sia importante continuare a parlare di diritti e raccontare le storie e gli atti di coraggio che hanno portato alla loro acquisizione. È bene che si inizi a discuterne presto e, proprio per questo motivo, è importante scrivere per i giovani dei libri dedicati a questa tematica. Ed è proprio ciò che ha fatto Chiara Lossani con il suo libro Fratelli. Nel romanzo, la storia personale di Diego, ragazzo messicano che compie un percorso di crescita e maturazione che lo porterà a diventare una persona nuova, si innesta all’interno del contesto della società americana: viene dato ampio spazio alle battaglie contro il razzismo e alla lotta per i diritti umani. Viene, inoltre, raccontato il famoso gesto del pugno alzato in forma di protesta, nelle Olimpiadi del 1968, dai due atleti, Tommie Smith e john Carlos ai quali si unì anche Peter Norman, indossando la spilla dell’Olympic Project for Human Rights. Questa protesta in favore dei diritti civili degli afroamericani, per i diritti umani nello sport e contro ogni forma di discriminazione avvenne sul podio durante la cerimonia di premiazione per i 200 metri: Tommie Smith e John Carlos si erano classificati rispettivamente come primo e terzo e il velocista australiano Peter Norman come secondo. L’autrice ha voluto ricordare questo gesto non solo per la sua potenza simbolica nel contesto della società americana del 1968, ma anche per ricordare ai più giovani che la lotta per i diritti è reale e possibile e che vale sempre la pena lottare per gli ideali di libertà e uguaglianza.

 

Flavia Palieri