“Dracula”: la recensione

Il Conte Dracula di Bram Stoker rivive in questa nuova edizione per la collana Young adult della casa editrice Armando Curcio, pensata per avvicinare alla lettura i più giovani. Non viene snaturato lo stile pungente e asciutto dei dialoghi di questo romanzo epistolare, nel quale i punti di vista dei protagonisti si intrecciano in una trama ricca di colpi di scena ed espedienti narrativi.

Le caratteristiche generali del romanzo

Attraverso diari, telegrammi, lettere, articoli di giornale e registrazioni fonografiche – una assoluta novità tecnologica per l’epoca, come la macchina da scrivere – si sviluppa la storia del Conte Dracula, che si trasferisce in Inghilterra per mietere nuove vittime.

Scoperti i suoi piani, grazie all’aiuto del dottor Van Helsing – la cui figura nel romanzo funge da nemesi del Conte – Jonathan Harker e gli altri protagonisti del romanzo cercano in tutti i modi di fermare Dracula e spezzare la maledizione che ha investito anche la sposa di Jonathan, Mina Harker.

Lo studio di Bram Stoker dietro alla stesura del romanzo

Le minuziose e dettagliate descrizioni dei paesaggi dell’Est europeo suggerirebbero una conoscenza approfondita di quei luoghi, in cui però Stoker non viaggiò mai personalmente. Prima di scrivere Dracula, l’autore si immerse tuttavia in un lungo studio analitico sul folklore e i miti dei vampiri in Europa, ed è ormai noto come la figura del protagonista sia stata modellata su quella del Conte Vlad III di Valacchia, della Casa dei Drăculești, detto l’impalatore.

Le intuizioni di Bram Stoker nella scrittura di Dracula

Con questo capolavoro senza tempo, Bram Stoker spezza la dicotomia che da sempre aveva caratterizzato la figura dell’antieroe. La morte viene sospesa e si trasforma in una non-morte. Il tempo di narrazione si dilata verso l’infinito, nella vita ultracentenaria del protagonista. Anche i canoni estetici vengono in una certa misura ribaltati e se da una parte abbiamo la descrizione di un uomo deformato dalla malvagità nell’aspetto fisico – la fronte arcigna e spaziosa, le lunga dita pelose ed affusolate, gli occhi vitrei color rubino – dall’altra le sue vittime non riescono a resistere al suo ipnotico fascino aristocratico.

Il successo del romanzo

Etichettato prima come horror e poi più precisamente gotico, il romanzo non riscosse immediatamente successo, anche se fu notato dalla critica dell’epoca. Il ritrovamento del manoscritto originale quasi cento anni dopo contribuì in modo determinante al rilancio dell’opera, in seguito immortalata in più di duecento film e ristampata in centinaia di edizioni diverse. Vale la pena rileggere questo capolavoro senza tempo in questa nuove veste editoriale che, c’è da scommetterci, non sarà l’ultima.

Valerio Altieri