L’importanza della cittadinanza europea

Conoscere cosa significa essere cittadini europei, al giorno d’oggi, risulta necessario per la vita quotidiana. D’altronde, i politici europei usano spesso il termine “identità” per cercare di unire il più possibile usi e costumi diversi tra loro ma  tutti convergenti verso lo stesso punto: l’Europa.
Nelle scuole viene lasciato più spazio materie canoniche che, però, non formano appieno i futuri cittadini. Ciò che davvero conta, oggi, è invece insegnare ciò che significa essere cittadini europei e cittadini attivi.

la nascita del concetto di cittadinanza europea

La cittadinanza europea nasce con il Trattato di Maastricht del 1992, il quale determina anche i diritti e i doveri del cittadino stesso. Gli articoli 20-25 del Trattato, sul Funzionamento dell’Unione Europea, descrivono i diritti del cittadino come il diritto al voto, il diritto alla circolazione nei paesi dell’UE e quello di protezione diplomatica all’estero. La cittadinanza europea presenta una realtà partecipativa, in quanto ognuno di noi può rivolgersi all’Unione per assistenza e asilo: ecco perché si parla di partecipazione attiva e non saltuaria (come, ade esempio, l’esercizio del diritto al voto).

Ma c’è consapevolezza di cosa sia la cittadinanza europea?

Solo il 48% delle persone è consapevole e conosce i diritti derivanti dallo status di cittadino europeo; il 35% di essi ha familiarità con l’espressione “cittadinanza europea”; il restante 17%, invece, è all’oscuro tanto della propria cittadinanza europea quanto dei diritti ad essa connessi.
Queste statistiche dimostrano, quindi, che la conoscenza del proprio status di cittadino europeo non implica necessariamente la  percezione, da parte del singolo, di un reale senso di appartenenza.

Al giorno d’oggi c’è poca consapevolezza: bisognerebbe adottare misure adatte all’interno degli Istituti scolastici, ricreativi e associativi per arginare questa ignoranza e superare questo limite che ci siamo auto-imposti.

di Tiziano Fisichella