Cittadinanza attiva: cos’è davvero, oggi

Consapevolezza e conoscenze del Cittadino Attivo


Parlando oggi di cittadinanza attiva, non dobbiamo riferirci più solo a quei diritti e doveri da rispettare – come andare a votare, pagare le tasse e non commettere infrazioni – ma dobbiamo anche includere l’essere impegnati nella società civile, sia attraverso il volontariato che l’associazionismo.
Bisogna essere attivi tentando di creare un cambiamento, non essere indifferente a ciò che non ci tocca in prima persona.

Aldo Moro: “rendere consapevole la giovane generazione”

Nel 1958 Aldo Moro, ministro della Pubblica Istruzione, introdusse l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole medie e superiori con due ore al mese obbligatorie, affidate al professore di storia, senza valutazione: “La Carta costituzionale trovi senza indugio adeguato posto nel quadro didattico della scuola di ogni ordine e grado al fine di rendere consapevole la giovane generazione delle conquiste morali e sociali che costituiscono ormai sacro retaggio del popolo italiano”.

la cittadinanza attiva nel nuovo millenNio

Dal 2010, dopo numerosi tentativi, questo insegnamento ha preso il nome di Cittadinanza e costituzione; spaziando anche su argomenti come educazione ambientale ed educazione stradale.
In teoria è presente in tutti gli istituti, all’interno delle materie di storia e geografia, ma in pratica è sparita del tutto.

Ai nostri giovani servono modelli comportamentali da seguire, altrimenti si avranno solo esiti negativi. Ne sono la prova il razzismo e il rifiuto degli immigrati; l’omofobia e la violenza contro le donne; il bullismo e l’intolleranza nei confronti della diversità; l’inosservanza delle regole elementari del vivere civile.

Quotidianamente gli insegnanti si rapportano con alunni socialmente problematici e privi di propositi verso l’apprendimento. Colpa dei mass media che inculcano nei ragazzini modelli comportamentali errati, ma anche del logoramento del ruolo delle famiglie e delle altre strutture aggregative. Per questo l’educazione al rispetto di sé e degli altri non può non essere una priorità per i sistemi di istruzione. La scuola ha un compito ben preciso: educare lo studente di oggi ad essere domani un cittadino attivo, consapevole dei propri diritti ma soprattutto dei propri doveri.

Nel 2019 si riaccende finalmente la speranza riguardo questo argomento. È stato raggiunto un compromesso in Commissione Cultura alla Camera su un testo che sarà votato a partire dal 29 aprile e potrebbe essere approvato prima delle elezioni europee. Ogni scuola ricaverà trentatré ore annuali per insegnare i principi di legalità, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale, diritto alla salute e al benessere della persona, prendendo ore un po’ da tutte le materie, come il Consiglio di Istituto riterrà più utile. Non ci sarà, infatti, un’ora in più di scuola, ma il voto in pagella sì.

Nel frattempo: meno giudizi e più azioni.

 

di Elena Sperduti